E’ di 1 a 10 il numero dei pazienti che nella sua vita subisce un danno medico, per un ammontare di 43 milioni di lesioni e un costo di circa 42 miliardi di dollari, cioè quasi l’1% della spesa totale sanitaria: è per questo che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato un piano globale finalizzato a dimezzare gli errori sanitari in tutti i Paesi, intervenendo sulle modalità di prescrizione, distribuzione e consumo dei farmaci e sulla consapevolezza dei pazienti rispetto ai pericoli derivanti da un uso improprio dei medicinali.
E la situazione in Italia?
Secondo una ricerca Eurisko, sono ben 32 mila le persone che subiscono danneggiamenti derivanti da errori medici ogni anno (il 4% dei pazienti), e di questi dai 14 mila ai 50 mila conclusisi con decessi, 30 mila le denunce e le richieste di risarcimento dei danni medici e 15 mila le cause che finiscono in tribunale.
E continuando a snocciolare dati, risulta evidente che otto medici su dieci con almeno 20 anni di anzianità professionale, sono stati sottoposti a un’inchiesta, per un presunto errore, almeno una volta, anche se, a onor del vero, due volte su tre tutto si risolve con una completa assoluzione.
Si sono stimate anche le specializzazioni dove più frequentemente si registrano errori e dunque denunce di risarcimenti per malpractice sanitaria:
- ortopedia (Mancato riconoscimento di fratture; Lesioni alle terminazioni nervose o al nervo motorio durante le operazioni all’ernia del disco; Mancato recupero della gamba per un intervento maldestro sui legamenti; etc.)
- oncologia (ritardata diagnosi; Prescrizione di accertamenti non idonei; Radio e chemioterapia effettuata con ritardo o in dosi non adatte; etc.)
- ginecologia e ostetricia (dove possono registrarsi: Problemi del bambino conseguenti al parto; Danni alla madre durante il parto; Errata diagnosi prenatale; Morte del feto per amniocentesi; Omessa Diagnosi di malformazione del feto, con conseguente nascita indesiderata; etc.)
- chirurgia generale (tra i principali errori: lesioni di nervi, vasi, organi adiacenti, durante interventi chirurgici; Garze e ferri chirurgici lasciati in corpo dopo gli interventi; Aderenze post-operatorie; Emboli, tromboembolie per mancata terapia anticoagulante; Infezioni post-operatorie; etc.)
- chirurgia estetica (asimmetria, correzione eccessiva o insufficiente, cicatrici troppo evidenti in conseguenza della Blefaroplastica; Eccesso di volume e asimmetria nell’Aumento Labbra; Asimmetria del seno, Utilizzo di protesi non a norma, Indurimento della capsula, in occasione di Masoplastiche Additive; etc.)
- chirurgia oculistica (emorragie durante gli Interventi di Glaucoma; annebbiamento visivo, perdita del visus, scompenso corneale negli Interventi di Cataratta; etc.)
- odontoiatria (la maggior parte degli errori medici si concretano in Cure canalari frettolose; imprecisione dei margini nelle Corone in ceramica; Perni moncone economici e grossolani; etc.)
- emergenza e pronto soccorso.
Risarcimento per danni medici
Quando un errore medico determina un danno alla salute cosa praticamente deve fare il paziente per ottenere il risarcimento da errore ospedaliero?
Innanzitutto sottoporsi a visite ed esami specialistici (indirizzati dal proprio medico di famiglia) per accertare se il sospetto è fondato, e contestualmente richiedere la cartella clinica della struttura presso cui si è stati curati (che deve essere fornita obbligatoriamente).
Rivolgersi ad un avvocato specializzato in ambito sanitario o direttamente ad un medico legale perché effettui una perizia per accertare l’eventuale danno provocato dal medico e il collegamento col detrimento della salute. Il professionista può a questo punto proporre un accordo dinanzi a un giudice, oppure si può procedere ad una mediazione.
Le conseguenze possono essere una conciliazione tra il paziente e il medico (o la struttura ospedaliera), oppure una causa per risarcimento da danneggiamento provocato dal dottore: si badi bene che la conciliazione stragiudiziale è un obbligo, quindi deve essere esperita necessariamente, e ha lo scopo di accorciare i tempi dei risarcimenti per malasanità.
La normativa riguardante i danni medici
A questo punto però occorre introdurre il discorso inerente la legge sul rischio clinico e la responsabilità dei medici, che in buona sostanza prevede, tra l’altro, che il medico reo di lesioni a carico di un paziente, che pur tuttavia ha rispettato le linee guida o le buone pratiche assistenziali, non è punibile penalmente per colpa (può essere giudicato colpevole solo se l’errore è dovuto a negligenza e imprudenza, ma non sussiste imperizia se si è attenuto al codice di condotta), e la sua responsabilità civile diventa “extracontrattuale”, cosa che obbliga il paziente all’onere della prova, mentre quella della struttura sanitaria resta “contrattuale”, per cui spetta all’ospedale o alla Asl provare di non avere responsabilità.
La legge prescrive inoltre che tutte le strutture sanitarie siano assicurate: questo significa che il cittadino può indirizzare la sua azione risarcitoria anche nei confronti della compagnia di assicurazione e, nel caso in cui questa risulti fallita, scomparsa o comunque incapace di coprire il danno, può accedere ad un fondo di garanzia appositamente istituito.
Quindi, analizzando la normativa in merito ai danni medici si evincono differenze:
- nelle tempistiche: quando il paziente agisce contro la struttura ha 10 anni di tempo dal danno subito, quando muove causa al medico dispone invece di 5 anni
- nelle modalità: contro l’ospedale bastano documenti ed eventuale perizia, contro il professionista si dovrà provare non solo il detrimento alla salute, ma anche che esso sia stato causato dall’errore medico.
Tuttavia, proprio a proposito della nuova norma, emergono delle perplessità, due tra tutte:
- le linee guida cui in precedenza si è fatto riferimento, da chi dovranno essere elaborate? E chi garantisce che siano espressione del reale interesse comunitario e del cittadino, e non piuttosto di tornaconti economici o di categoria?
- l’obbligatorietà delle assicurazioni di cui devono servirsi strutture e medici prevede anche delle ‘analoghe misure’, cioè dei risarcimenti che gli ospedali pagano direttamente (come già accade oggi) coprendoli con quel denaro pubblico che potrebbe essere usato per la qualità dei servizi.
Consigli utili in caso di errore medico
Tanto per l’accordo tra le parti quanto per la mediazione, il consiglio è di rivolgersi sempre a professionisti specializzati: diffidate da chi promette risarcimenti sicuri, e tenete sempre presente che il tempo medio per aprire e chiudere una causa per errore medico è di 4 anni, e che 1,4 milioni di euro è la cifra massima risarcita per decesso.
Detto questo potete richiedere informazioni ai nostri legali compilando il form apposito. Tutto senza impegno.