Cyberbullismo reato: guida sulla fattispecie criminosa, la giurisprudenza e come difendersi
Il cyberbullismo è una manifestazione nel cyberspazio di un fenomeno ben noto nel nostro Paese, ovvero il bullismo.
Quest’ultimo rappresenta una vera piaga sociale ed è molto diffuso sia tra i più giovani che tra gli adulti.
Detto in parole povere, il bullismo si manifesta mediante azioni violente ed intimidatorie poste in essere da un bullo (o da più bulli) nei confronti di una persona, in genere debole ed indifesa.
Ovviamente le azioni possono variare, essere meramente verbali o addirittura fisiche.
Purtroppo, lo sviluppo tecnologico e i mezzi di comunicazione innovativi hanno permesso ai bulli di accedere direttamente nelle case delle vittime, ovvero di mettersi in comunicazione con loro ogni qual volta vogliono diventando così una sorta di fantasma che aleggia onnipresente sui più deboli.
In questo modo quindi il bullismo si trasforma in cyberbullismo, assumendo diverse e nuove sfumature che possono sicuramente peggiorare la situazione.
Cos’è il cyberbullismo?
Il termine cyberbullismo è stato coniato da un docente di origini canadesi di nome Bill Belsey .
Ad oggi, nel nostro tessuto ordinamentale, è definito dalla legge n. 71 del 2017 ovvero
“Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.
Il testo normativo citato stabilisce che viene considerata come forma di cyberbullismo
“Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica“,
nonché la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
Inoltre, indica le misure di carattere preventivo ed educativo nei confronti dei minori (qualunque sia il ruolo nell’episodio) da attuare in ambito scolastico, e non solo.
Dalla norma è possibile comprendere quali sono le caratteristiche specifiche del cyberbullismo, ovvero:
- Pervasività: il cyberbullo è sempre presente;
- Anonimato: purtroppo nel cyberspazio non è sempre agevole riuscire ad individuare chi ha posto in essere condotte lesive nei confronti di un determinato soggetto;
- Portata ampia: internet può essere considerata come una sorta di cassa di amplificazione, ogni azione potrebbe raggiungere (almeno in teoria) ogni parte del mondo.
Reato di cyberbullismo: chi colpisce maggiormente?
In genere il “prevaricatore” prende di mira i soggetti che ritiene “diversi”, magari per caratteristiche estetiche o caratteriali ecc.
Vien da sé quindi che il cyberbullismo colpisce maggiormente le persone deboli, che magari non hanno la forza ed il coraggio di ribellarsi o di denunciare tutto.
Secondo le ultime statistiche, pare che siano proprio le ragazze ad essere le più colpite da questo reato.
Circa il 12% delle ragazze infatti ammette di essere stata vittima di cyberbullismo, contro il 10% dei ragazzi.
Purtroppo, i dati sembrano essere destinati a salire, la violenza in rete infatti fa sicuramente paura ed è auspicabile che in futuro ci sia una maggiore prontezza (magari grazie all’ausilio di nuove tecnologie) degli organi adibiti al controllo come ad esempio la polizia postale ecc.
Tipologie di cyberbullismo: le più comuni
Non tutti sanno che esistono diverse tipologie di cyberbullismo, per avere un panorama generale del fenomeno è fondamentale conoscerle.
- Flaming: si tratta di messaggi online con contenuti violenti e volgari, in genere questi contenuti sono presenti nelle chat di gruppo o nei forum online;
- Trickery: è una pratica estremamente utilizzata e consiste nell’ottenere la fiducia di una persona per poi farle uno scherzo di cattivo gusto;
- Doxing: forse è la forma più diffusa di cyberbullismo e consiste nella divulgazione telematica di dati personali;
- Cyberstalking: si tratta della variante tecnologica dello stalking tradizionale che tutti conoscono, la differenza sta nello strumento utilizzato;
- Cyberbashing: questa modalità di cyberbullismo si manifesta quando un gruppo di persone picchia o maltratta una persona e un soggetto terzo riprende il tutto per poi postarlo in rete al fine di denigrare chi ha avuto la peggio;
- Denigration: si tratta di una vera e propria forma di denigrazione avvenuta mediante strumenti tecnologici, in genere avviene mediante messaggi o post pubblici che denigrano una persona in mondovisione;
- Harassment: questa è una manifestazione subdola e pericolosissima del cyberbullismo che avviene mediante molestie via web, si pensi a chi istiga al suicidio un’altra persona (ad esempio blue whale).
L’aiuto delle scuole per contrastare il fenomeno
Uno strumento importante per combattere il fenomeno del cyberbullismo è quello della sensibilizzazione delle nuove generazioni.
I professori, infatti, parlano sempre più spesso ai ragazzi del cyberbullismo e insegnano che tale comportamento non è da idolatrare bensì da stigmatizzare.
Non a caso la normativa attualmente in vigore stabilisce che ogni istituto scolastico debba individuare un responsabile al cyberbullismo (in genere un docente) e il suo compito e quello di spiegare agli alunni cos’è e quali sono i pericoli sottesi.
Bullismo e cyberbullismo
Come sopra anticipato, il cyberbullismo rappresenta un po’ una “evoluzione” del bullismo, che trascende la realtà fisica per manifestarsi in un luogo dove lo spazio e il tempo assumono vesti diverse ovvero nel cyberspazio.
Sono notevoli le differenze che intercorrono tra di essi, nel bullismo tra adolescenti ad esempio viene coinvolto solo un ridotto numero di persone, ad esempio una classe o un gruppetto di amici, con il cyberbullismo invece è possibile schernire una persona dinanzi a migliaia di utenti.
Il bullismo, inoltre, vede come protagonisti solo coloro che hanno un carattere forte, capaci di imporsi agli altri, viceversa, dietro ad un computer può nascondersi chiunque, anche le vittime dei bulli in carne ed ossa possono diventare cyberbulli.
In ogni caso, nonostante le notevoli differenze, è bene sottolineare che entrambi, almeno per certi aspetti, rappresentano la medesima realtà ovvero la volontà di ferire, anche emotivamente, una persona.
Conseguenze e sanzioni per i cyberbulli
Nel nostro ordinamento giuridico le vittime di cyberbullismo hanno la possibilità di percorrere due strade, la via amministrativa e quella penale.
La vittima (e se minorenne i genitori) può chiedere di esporre i fatti all’autorità di pubblica sicurezza, ed avanzare la richiesta ufficiale di ammonimento al questore.
L’altra via percorribile è quella penale, la parte offesa può presentare querela nei confronti del cyberbullo ed avviare un processo nei suoi confronti.
Le pene per il reato in parola sono sia detentive che pecuniarie, quella detentiva oscilla dai 6 mesi fino ad un massimo di 5 anni (se maggiorenni) oppure 6 mesi (se minorenni).
A chi rivolgersi quando sei vittima di cyberbullismo
Nel caso in cui si è vittima di cyberbullismo è sempre bene mettere da parte l’orgoglio e chiedere aiuto a dei professionisti.
Questo fenomeno, infatti, richiede competenze specifiche per poter uscirne indenni ed ottenere giustizia, se si ha bisogno di una consulenza legale, Avvocati Penalisti mette a disposizione un network di avvocati specializzati anche in questo settore che può aiutare a risolvere la problematica.