lavoro in nero denuncia: ecco come fare per far valere i propri diritti
Lavorare è sicuramente un’attività fondamentale nella vita di una persona, non a caso il primo articolo della Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (…)”.
Questo perché il lavoro, di per sé, è un’attività cruciale, non solo per il benessere delle persone ma anche della società.
Infatti, il lavoro può essere considerato non solo come un diritto ma anche come una sorta di dovere che deve spingere tutti per far progredire la società.
Purtroppo però, specie negli ultimi anni, trovare un lavoro regolare è sempre più difficile. Il fenomeno del lavoro in nero, infatti, sta crescendo in modo esponenziale e questo, inevitabilmente, è un dato negativo. Questo perché i lavoratori in nero non hanno nessuna tutela, né giuridica né economica.
Cos’è il lavoro in nero o lavoro sommerso
Prima di analizzare tutte le problematiche che ruotano attorno al lavoro sommerso, occorre capire cos’è. Quando si parla di lavoro sommerso si fa riferimento a tutte quelle attività lavorative poste in essere senza che siano state effettuate le necessarie comunicazioni, come ad esempio quelle concernenti l’assunzione presso i competenti enti pubblici (Centri per l’impiego, enti previdenziali etc).
Inoltre, il lavoro irregolare concerne non solo il lavoro svolto in azienda, ma anche in maniera autonoma (si pensi ad un domestico non assunto regolarmente). In poche parole, quando si lavora in nero si rinuncia a tutte le tutele, sia previdenziali che giuridiche, che caratterizzano il rapporto di lavoro. Un esempio potrebbe rendere chiara la posizione del lavoratore in nero. Un lavoratore non assunto non ha contributi versati, non ha la possibilità di percepire una busta paga, non può mettersi in malattia, non ha ferie pagate ecc.
Quali sono i rischi che corre un lavoratore in nero e quali invece quelli del datore di lavoro?
Lavorare in nero comporta rischi notevoli sia per il datore di lavoro sia per il lavoratore. Infatti, a seguito della riforma dell’impianto sanzionatorio introdotta nel nostro tessuto ordinamentale a seguito del c.d. job act (d.lgs n. 151 del 2015) è stata introdotta una maxisanzione lavoro nero.
In poche parole, è prevista una nuova tipologia di sanzione per chi assume in nero, ovvero, non più ancorate alla singola giornata di lavoro, ma ad importi per fasce proporzionate alla durata della violazione commessa. In poche parole, il datore rischia una maxisanzione pecuniaria per ogni singolo dipendente non assunto. Ma non finisce di certo qui, la sanzione in questione è stata ulteriormente inasprita a seguito della Legge di bilancio.
In genere, visto che il lavoratore è la c.d. parte debole del rapporto, non sono previste particolari sanzioni. Tuttavia, all’indomani del varo del job act sono state previste alcune sanzioni anche per i lavoratori.
Si tratta di sanzioni irrogabili al lavoratore che abbia dichiarato alle autorità competenti il proprio stato di disoccupazione per percepire le relative indennità (si pensi al sussidio di disoccupazione). Anche in questo caso, ai sensi dell’art. 316 ter del c.p sono previste sanzioni serie, reclusione da mesi sei fino ad anni tre.
Lavoro nero: a chi presentare denuncia e come
Per denunciare il lavoro in nero esistono diverse modalità. Il primo, forse quello maggiormente conosciuto, consiste nel rivolgersi alla Guardia di Finanza mediante l’apposito modulo compilabile direttamente online. Ovviamente per coloro che non sono avvezzi all’uso della rete è possibile chiamare il numero verde.
Inoltre, occorre precisare che la denuncia può essere sporta anche in modo anonimo, questo proprio per incentivare la stigmatizzazione del lavoro sommerso.
E non finisce qui, la denuncia può essere presentata anche da soggetti terzi e non per forza come dipendente dell’azienda interessata. Lo scopo è quello di evitare che l’azienda possa capire chi ha denunciato ed evitare possibili ritorsioni.
Infine, è possibile presentare la denuncia direttamente presso la Direzione del Lavoro, ovvero l’apposito ufficio dell’ispettorato del lavoro. Anche in questo caso è possibile farlo sia online che recandosi di persona presso gli uffici più vicini.
Che sanzioni sono previste per il lavoro in nero
Come sopra anticipato, esistono sanzioni particolarmente salate per i datori di lavoro che decidono di non assumere i propri dipendenti. Più precisamente per quanto concerne i datori ora le sanzioni ammontano sono:
- da 1.800 euro a 10. 800 euro per ogni lavoratore irregolare fino a 30 giorni di impiego effettivo;
- da 3.600 euro a 24.600 euro per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo compreso tra 31 fino a 60 giorni;
- da 7.200 euro fino a 43.200 euro per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo superiore a due mesi.
Le sanzioni sopra richiamate vengono aumentate del 20% per ogni lavoratore extracomunitario impiegato in nero senza il permesso di soggiorno. Anzi, in tale circostanza il datore di lavoro rischia anche sanzioni di natura penale, con pene che arrivano fino ad anni 3 di reclusione più altri 5 mila euro di multa.
Lavoro in nero: risarcimento è possibile?
Le cattive notizie per le aziende non finiscono qui, da un punto di vista civilistico, infatti, il lavoratore in nero ha ulteriori forme di tutela.
In poche parole, una volta che gli enti competenti hanno accertato la sussistenza del rapporto di lavoro subordinato tra il lavoratore ed il datore, il primo ha diritto di agire in giudizio (dinanzi al giudice del lavoro ovviamente) al fine di ottenere la regolarizzazione lavoro nero o una tutela in denaro equivalente.
Ancora, il lavoratore ha anche il diritto ad ottenere tutti gli emolumenti arretrati a cui avrebbe avuto diritto se il rapporto fosse stato sempre regolare: differenze paga, compensi straordinario etc. Infine, l’azienda deve anche corrispondere tutto ciò che spetta al lavoratore in termini di contributi previdenziali INPS e premi assicurativi dell’INAIL.
Ovviamente per ottenere tutto questo è fondamentale avere al proprio fianco un avvocato specializzato in questo particolare ambito.
Il lavoro in nero, infatti, è un settore particolarmente scivoloso e anche il più piccolo errore potrebbe compromettere la già precaria posizione del lavoratore. Pertanto, è sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato penalista esperto per poter ottenere tutto ciò che si ha il diritto di avere senza lasciare nulla al caso.