Razzismo e xenofobia sono sfortunatamente due aspetti che accompagnano la nostra civiltà e che portano a degli atteggiamenti di intolleranza e di mancanza di rispetto verso altri individui.
Il nostro apparato legislativo deve essere in grado di offrire protezione a tutti i membri della società, ecco perché sono previsti dei reati per alcuni comportamenti mossi dal razzismo e dalla xenofobia.
La qualità di vita di ciascun individuo in una determinata società è determinata anche dalla capacità della società stessa di accogliere culture diverse.
La parola chiave di questa crescita culturale è integrazione: individui di culture e religioni diverse dovrebbero imparare a convivere, in particolare i cittadini del paese ospitante non dovrebbero rendersi responsabili di atti di discriminazione e di allontanamento.
Razzismo e xenofobia: di che reati si tratta e che differenze ci sono
Prima di vedere quali sono i reati previsti dal nostro apparato legislativo, è utile fare chiarezza sul tema del razzismo e della xenofobia.
Con la parola razzismo ci si riferisce ad una serie di comportamenti messi in atto da coloro che non accettano persone con culture e modi di pensare differenti e che quindi agiscono mossi da un’intolleranza sociale.
L’idea di fondo è che non tutte le razze siano uguali, ma che ci siano delle razze superiori e delle razze inferiori: coloro che credono di appartenere alle razze superiori si arrogano il diritto di emarginare quelli che apparterrebbero alle razze inferiori.
Un ragionamento di questo tipo non ha ragione d’esistere, eppure molte persone sono fermamente convinte di appartenere ad una razza superiore e sviluppano nel corso della vita un’intolleranza sociale sempre più marcata, tratto caratteristico del razzismo.
Diverso invece il significato della parola xenofobia, che deriva dal greco xenos (straniero) e phobos(paura).
Questo termine indica quindi la paura dello straniero, o meglio una forte avversione che si ha verso tutto ciò che deriva dall’estero, sia persone che atteggiamenti culturali.
A differenza del razzismo in cui la discriminante sono appunto le razze, nella xenofobia la discriminante è l’appartenenza ad una determinata comunità.
Questa potrebbe essere formata anche da individui di razze diverse, dal momento che il timore si ha verso coloro che sono esterni alla comunità e verso i loro atteggiamenti e modi di fare.
Reati di razzismo e xenofobia: articolo 231 del codice penale
Con l’articolo 231/2001 è stata apportata un’importante novità, perché si è iniziato a parlare anche di responsabilità penale degli enti.
Dall’approvazione di questo articolo la responsabilità penale non è dunque più limitata alle persone fisiche, ma può essere estesa anche agli enti e ciò ha notevoli ripercussioni.
Con questo articolo e con le novità legislative introdotte il nostro paese si è conformato alle nuove direttive dell’Unione Europea.
A tutti gli stati membri è stato chiesto infatti di rivedere l’apparato normativo per rendere omogeneo il trattamento di alcuni temi.
Istigazione al razzismo e alla xenofobia: le novità introdotte dall’articolo 25-terdeceis al D.L. n. 231
E’ interessante in particolare concentrarsi sulle novità introdotte con l’articolo 25-terdeceis, che ha portato a rivedere il comportamento giuridico da adottare nei confronti del razzismo e della xenofobia.
Con l’articolo 25-terdeceis razzismo e xenofobia sono stati introdotti nuovi reati, in particolare appunto il reato di razzismo ed il reato di xenofobia.
Le domande che sorgono spontanee a questo punto sono due.
Ci si chiede innanzitutto quando si configurino questi reati ed in secondo luogo quali sono le sanzioni previste per questi reati.
Facendo riferimento al primo comma dell’articolo 25-terdeceis, viene punito il reato di istigazione e incitamento alla xenofobia ed al razzismo.
Gli enti possono essere accusati di questo reato e tenuti a corrispondere una sanzione pecuniaria che può andare da un minimo di 51.600 euro ad un massimo di 1.239.200 euro.
Si tratta dunque di una sanzione che può incidere molto sul bilancio dell’ente e che dovrebbe contribuire a ridurre gli episodi di istigazione al razzismo.
La sanzione pecuniaria potrebbe però non essere l’unica conseguenza, dal momento che il giudice potrebbe stabilire anche delle sanzioni interdittive.
Queste potrebbero portare ad esempio all’interdizione dall’esercizio dell’attività, al divieto di avere rapporti con la pubblica amministrazione, al divieto – della durata minima di un anno – di sponsorizzare i propri prodotti, alla revoca o sospensione delle autorizzazioni ricevute in precedenza per lo svolgimento dell’attività e all’esclusione da particolari finanziamenti ed agevolazioni fiscali.
Nei casi più gravi si può arrivare addirittura all’interdizione definitiva, senza possibilità di riprendere a svolgere l’attività dopo un determinato periodo di tempo.
Questa situazione si configura nel caso in cui l’ente venga utilizzato primariamente allo scopo di favorire la commissione dei reati di razzismo e xenofobia.
Si tratta dunque di una situazione aggravata, che porta ad una pena maggiore rispetto a quella comminata nei casi meno gravi.
Delitti razzismo e xenofobia: come si comportano enti ed organizzazioni
Enti ed organizzazioni devono prendere atto del nuovo quadro normativo e devono adattarsi alle novità introdotte con l’articolo 25-terdeceis razzismo e xenofobia.
L’introduzione della responsabilità penale anche per gli enti impone l’adozione di un nuovo modello organizzativo, che sia volto a prevenire i reati descritti e a sedare sul nascere comportamenti ed azioni che potrebbero condurre alla sanzione pecuniaria ed alle eventuali sanzioni interdittive.
Agli enti ed alle organizzazioni viene chiesto di offrire a tutti i membri ed ai dipendenti degli specifici canali per il cosiddetto whistleblowing.
Nello specifico, deve essere data la possibilità di segnalare delle condotte scorrette senza temere delle ripercussioni, proteggendo l’anonimato di chi mette in luce la condotta inappropriata.
Solo garantendo la massima protezione a chi è disposto a dare informazioni si potrà contare davvero sull’aiuto dei dipendenti, altrimenti il timore di avere degli svantaggi in ambito lavorativo porterebbe tutti a tacere.
Le organizzazioni dovrebbero evitare, ad esempio, manifestazioni ed eventi di vario tipo che supportino l’intolleranza sociale e che possano sfociare nel razzismo e nella xenofobia.
Tutti gli enti e le organizzazioni sono tenuti ad adottare un comportamento di inclusione e di accoglienza e a non facilitare in alcun modo il diffondersi del seme del razzismo nella nostra società.
Se poi l’organizzazione viene fondata con l’unico scopo – o comunque con lo scopo principale – di inasprire le relazioni tra individui di culture e società differenti, la sanzione interdittiva peggiora, trasformandosi in un’interdizione definitiva.
Come difendersi dai reati di razzismo e xenofobia?
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Inoltre, la vittima può richiedere il risarcimento del danno.
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